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locanda con cucina di Sant'Antioco



Sardegna, Sulcis, Sant'Antioco, La Jacaranda:
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mercoledì 29 maggio 2013

Sulcis in fundo: la Jacaranda nel paradiso di Sant'Antioco

Sant'Antioco e la laguna, vista da Monte Narcao


Beppe Severgnini ha indicato una quarantina di buoni motivi per cui torna in Sardegna da oltre trenta anni. La lista comprende ragioni pienamente sottoscrivibili da chiunque come il colore del mare, la forza trascinante delle danze popolari, la possibilità di trovare una spiaggia vuota anche in agosto e la bontà della cucina tradizionale, mentre altre sono più discutibili, anche se in sostanza l'elenco è più che valido. Senza grandi difficoltà, tuttavia, si possono individuare altrettanti motivi per raggiungere (e magari scoprire, se è la prima volta) l'isola di Sant'Antioco, la più grande di quelle che compongono l'arcipelago sulcitano e la quarta italiana per estensione dopo le due maggiori e l'Isola d'Elba. Il primo a venire in mente è la ricca vicenda storica che si è srotolata su questo “palcoscenico”, calcato in epoca preistorica da popolazioni della cosiddetta cultura nuragica e poi, solo per citare i protagonisti, da Fenici, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Pisani e Aragonesi prima di finire sotto il governo dei Savoia. L'album di famiglia si può “sfogliare” nel bel museo archeologico di Sant'Antioco città. In vetrine ben organizzate sono esposti i reperti trovati nel corso delle campagne di scavo e negli altrettanto generosi recuperi per opera delle forze dell'ordine e della magistratura (la passione per il “coccetto” di cui parla Fabio Isman nel suo libro I predatori dell'arte perduta ha contagiato anche i sardi). È assai istruttivo, soffermarsi davanti alla ricostruzione di una sezione verticale del tofet, ovvero l'area sacra nella quale venivano sepolti i bambini. Lo spaccato mostra, nel sovrapporsi di successivi strati, l'evoluzione delle forme delle piccole lapidi e delle urne. È ancora diffusa la teoria secondo la quale i Fenici e poi i Cartaginesi sacrificassero i primogeniti alla dea Tanit, ma basterebbe la considerazione dell'elevato indice di mortalità infantile per ritenerla una pratica suicida e dunque smentirla. Ha dunque più logica e valore quella per cui le urne contenessero i resti dei feti abortiti o dei bambini morti durante il parto o in tenerissima età: monumenti al dolore dei genitori e voti per nuove nascite, dunque, altro che crudeli sacrifici umani! Pensieri più ameni suscitano i modellini che ricostruiscono le imbarcazioni e l'area del porto: gli architetti contemporanei dovrebbero andare a scuola dai Fenici per imparare la perfezione della semplicità. Tra gli altri motivi che vengono in mente ci sono le splendide spiagge (vanno citate almeno quelle di Maladroxia, Coaquaddus e Cala Sapone), i paesaggi che tolgono il fiato, i profumi che inebriano (è un peccato viaggiare con i finestrini chiusi), i sapori di una cucina che sa esprimersi al meglio sia con la carne che col pesce, la vicinanza con l'isola di San Pietro dove ancora avviene la mattanza del pregiato tonno rosso nella sua corsa mediterranea verso la riproduzione. Chi l'ha già provata, aggiungerà senza dubbio la squisita ospitalità de La Jacaranda, locanda con cucina. E che cucina, viene da dire dopo aver gustato i piatti preparati nel rispetto delle stagioni, con un occhio di riguardo per la tradizione che però viene reinterpretata e aggiornata secondo l'ispirazione e la creatività di chi è ai fornelli. I risultati sono eccellenti e rimarranno impressi nelle papille gustative. Le sei camere doppie sono tutte dotate di bagno privato con doccia, asciugacapelli, climatizzazione autonoma e TV con decoder digitale terrestre. Chi non riesce a staccarsi da internet neppure in vacanza può sfruttare gratuitamente la connessione wi-fi. A disposizione dell'ospite c'è una ricca biblioteca di saggi sull'archeologia, la storia e l'arte della Sardegna e di narrativa di autori sardi per nascita o “vocazione”, dalla Deledda a Massimo Carlotto (cagliaritano per adozione), passando per Niffoi, Atzeni e Fois, senza trascurare le ultime leve come Milena Agus e Michela Murgia. Ma chiedete senza remore ai vostri ospiti consigli e informazioni sull'isola e sull'intera Sardegna. Riceverete risposte preziose che svelano soprattutto il sincero amore per questa terra ancora in gran parte sconosciuta, nonostante compaia spesso sui giornali, purtroppo a sproposito o in contesti poco lusinghieri.

Saul Stucchi su alibi on line (www.alibionline.it)

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