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giovedì 4 luglio 2013

S'ÁRDIA DE SANTU ANTINE



Al tramonto di sabato 6 luglio e,  in replica, all’alba di domenica 7 luglio,  oltre cento cavalieri, accompagnati dal parroco e dal Sindaco (anche loro a cavallo) si presenteranno sulla sommità di  “sa murighedda”, una collina appena fuori dal paese di Sedilo (Oristano) che domina dall’alto il recinto della corte della Chiesa campestre di San Costantino; alla corte si accede attraverso un arco, che ricorda quelli di trionfo dell'antica Roma: è un ingresso pericoloso e stretto nel quale i cavalieri, dopo aver disceso con una corsa sfrenata l’altura di “sa murighedda”,  dovranno infilarsi con grande perizia per raggiungere il santuario.

E’ l’Árdia di SANTU ANTINE, la corsa a cavallo più celebre della Sardegna che si tiene ogni anno il 6 e 7 luglio per celebrare la vittoria dell'Imperatore Costantino su Massenzio, riportata presso il ponte Milvio nel 312 d.C.
L’Árdia è una corsa sfrenata di cavalieri, effettuata ogni anno in occasione della festa di san Costantino nel suo santuario di campagna. La corsa non è altro che una prova di abilità, di valentia e anche di temerarietà, capace però, da sempre, di  attirare una folla immensa di spettatori, per una festa dove si intrecciano tradizione e religiosità, particolarmente sentita da numerosi sardi che si recano a Sedilo per devozione e non solo per seguire la corsa, ed ovviamente dagli abitanti del luogo, anche perché i cavalieri che partecipano alla corsa sono esclusivamente di Sedilo.
La discesa viene guidata da un capocorsa, “sa prima pandela” (la prima bandiera) o “pandela madzore “; con  lui altri due cavalieri, “sa secunda” e “sa terza”, e da tre scorte che rappresentano Costantino e il suo esercito.
Il capocorsa decide, quando vuole e senza preavviso, la partenza della corsa nella ripida discesa fino al Santuario di San Costantino e poi ancora verso il muretto con la croce, detto “sa muredda”, intorno al quale i cavalieri compiono diversi giri prima di ritornare, a galoppo sfrenato, verso la chiesa. Dietro di loro  un centinaio di altri cavalieri, che rappresentano i pagani guidati da Massenzio. La seconda e la terza bandiera e soprattutto le tre scorte, armate da lance e bastoni, devono impedire che i cavalieri raggiungano e superino Costantino: se, infatti, accadesse, sarebbe da interpretare come cattivo auspicio: come dire che i valori della cristianità sono stati sconfitti.
Tutto si consuma in circa mezz'ora: ma l'emozione di tutti, partecipanti e spettatori, è altissima.
Uno spettacolo straordinario, che si svolge tra una marea di gente che incita e sostiene i cavalieri al galoppo. Certamente uno degli eventi più belli della Sardegna, una festa molto suggestiva, che attira ogni anno una folla immensa di spettatori.
Per un sedilese prendere parte all’Árdia, come capocorsa, è motivo di vanto, ma soprattutto un segno di devozione verso l’imperatore cristiano; non è però così facile ed immediato:  per partecipare è necessario iscriversi, già in giovane età, in un apposito registro, custodito e consultabile esclusivamente dal parroco, il quale, nel corso della festa di Sant’Antonio Abate, a gennaio di ciascun anno, annuncerà ufficialmente a chi spetterà quest’onore. Il prescelto a sua volta sceglierà i due cavalieri che l’accompagneranno, poi ognuno dei tre sceglierà a sua volta una scorta, che avrà il compito di tenere lontani da Costantino i cavalieri al momento della partenza, facendo in modo che non possano superare i capicorsa.
Una serie di celebrazioni e rituali prima, dopo e durante l'Árdia caratterizzano la particolarità di questa festa che stupisce per la tanta devozione verso l’imperatore cristiano, venerato come un vero e proprio santo.
La devozione verso l’imperatore Costantino, considerato simile agli Apostoli ed emulo di Pietro dalla Chiesa Orientale, sembra quasi surreale: la Chiesa Cattolica non l’ha mai proclamato santo, ma il culto per il “santo imperatore” è molto sentito in paesi come la Boemia e l’Inghilterra, dove furono traslate alcune reliquie, o nelle zone dove vi fu un forte influsso bizantino come la Calabria, la Sicilia e, appunto, la Sardegna, e in particolare a Sedilo.
L'Árdia deve il suo nome al termine bardiare, che significa fare la guardia: in origine pare infatti che servisse anche a difendere il santuario da eventuali attacchi esterni.
Secondo la tradizione, l'Ardia celebra la vittoria dell'Imperatore Costantino su Massenzio, ma certamente la sua origine è molto più remota. Forse risale addirittura al periodo nuragico, come parrebbe indicare la presenza nell'area sacra di un bètilo, detto pedra (pietra) de Santu Antine, che rappresenta una divinità femminile collegabile a riti di fertilità.
Col passare del tempo il significato pagano (collegato anche ad una pausa del ciclo agrario prima della mietitura) sarebbe venuto meno, assimilato dal cristianesimo.
La matrice religiosa è tuttora l'elemento fondamentale della festa: la meta ultima della corsa è infatti costituita dal santuario, attorno al quale compiono i giri di rito non solo i cavalieri, ma anche moltissimi fedeli che, a piedi o addirittura in ginocchio, adempiono ad un voto o dimostrano semplicemente la loro devozione al santo.

Quest’anno S’Ardia 2013 sarà anche trasmessa in diretta TV su Sardegna 1 (sul digitale terrestre).

Vedi qui alcuni filmati dell’Ardia degli scorsi anni:
http://www.youtube.com/watch?v=OzZJ8NhXg04
http://www.youtube.com/watch?v=i3xy9QIia94

1 commento:

  1. bella descrizione dell'evento: viene voglia di andarci!

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