blog aziendale di LA JACARANDA
locanda con cucina di Sant'Antioco



Sardegna, Sulcis, Sant'Antioco, La Jacaranda:
luoghi, eventi, curiosità
tanti motivi per venire qui


mercoledì 30 ottobre 2013

SANT'ANTIOCO 

SULLA ROTTA DEI FENICI


Sapevo che la città conservava i resti di un antico insediamento fenicio, ma quanto di bello ed affascinante ho potuto vedere al Museo Archeologico “Ferruccio Barreca”, inaugurato nel 2007, ha superato ogni mia più rosea immaginazione: stupendo ! 

Sant’ Antioco sorge sull’ antico abitato di Sulki, fondato dai Fenici nell’VIII secolo a.C.  ed era  una delle maggiori città fenicie del Mediterraneo. Per la sua posizione, permetteva alle navi di ripararsi in due porti comunicanti, al riparo dai venti e dalla furia del mare.

Sulki, dapprima semplice scalo, divenne poi una vera e propria città sempre più florida. Essa cercò di espandere i propri territori con altri insediamenti, come ad esempio la fortezza di Monte Sirai che controllava il Canale di San Pietro, la via per le miniere dell’iglesiente, quella per il Campidano e la fertile pianura di Giba.
Nonostante l’antico insediamento sia sepolto sotto la moderna città si può percepire l’importanza storica di Sulky visitando alcune aree: l’area abitativa del Cronicario, la necropoli ipogea ed il Tofet.
Ma la vera  storia la si può leggere solo visitando il moderno e bellissimo Museo “Ferruccio Barreca”.





Ci mostra i reperti dei primi insediamenti Fenici dell’ VIII secolo a.C. e quelli relativi all’arrivo dei Punici che, nel IV secolo a.C. eressero, per motivi difensivi, una fortificazione con un ingresso monumentale contrassegnato da due leoni, oggi conservati all’interno del Museo.

Ci parla della religione Fenicia e dei due suoi principali dei: Astarte, dea della fecondità, e Baal, padre di tutte le cose.
I luoghi di culto delle città fenicie erano sempre in un “Luogo alto” dove venivano collocati il Tophet e la Necropoli. I corpi dei neonati morti, insieme a piccoli animali sacrificati, venivano bruciati e le loro ceneri collocate in un’urna di terracotta che, coperta con un piattino, veniva deposta nel suolo dell’area sacra del Tophet.
Nel Tophet di Sant’Antioco oltre alle urne cinerarie sono state ritrovate anche alcune stele che i Fenici deponevano tra le urne cinerarie perché gli Dei concedessero loro la grazia dei poter avere altri figli.
Impossibile descrivere la ricchezza di tutti i reperti esposti nel museo:
Monili fenici di cui è in generale molto difficile trovare traccia perché sono gli oggetti che per primi vengono trafugati dai tombaroli. Tra di essi spicca l’anello aureo decorato a godronatura e smalti del IV secolo a.C.
Piccole riproduzioni ottenute con stampi di terracotta
Sculture dalle forme molto aggraziate e bessissimesime ricostruzioni delle antiche navi fenicie, tra cui una splendida pentecontera.
Dopo la caduta di Cartagine nel Sulky arrivarono i Romani che si integrarono con la popolazione locale ed anche di essi il museo documenta la storia.
E’ un museo da scoprire! Un sincero ringraziamento alla guida che ha saputo coinvolgerci profondamente ed alla Direzione del Museo per avermi concesso di riprodurre sul mio blog alcune foto. Mi auguro inoltre che questo Museo  guadagni rapidamente tutta la visibilità che merita !

Prima di lasciare Sant’Antioco c’era ancora qualcosa che desideravo vedere: la chiesa parrocchiale di Sant’Antioco eretta nel 1102 su di una preesistente chiesa paleocristiana a croce greca. Le sue vecchie mura ci parlano di antiche storie e leggende tra cui quella di una piccola catacomba estremo rifugio e sepoltura del martire africano S. Antioco.


Alberto Rudi da http://www.duale.altervista.org/

Nessun commento:

Posta un commento