blog aziendale di LA JACARANDA
locanda con cucina di Sant'Antioco



Sardegna, Sulcis, Sant'Antioco, La Jacaranda:
luoghi, eventi, curiosità
tanti motivi per venire qui


venerdì 2 maggio 2014

LA FESTA GRANDE



Sono decisamente un vecchio nostalgico, ma per me la Festa che si sta svolgendo dal 1° al 5 maggio, inizia solo sabato (il secondo sabato dopo la Pasqua)… e finisce martedì.
Io sono di quelli che per loro la festa era quando venivano affissi i manifesti 100x70 (formato elefante, si diceva…altro che i “mostruosi"  6x3 di oggi!) rigorosamente in carta quasi velina e di un bel giallo paglierino, stampato in nero, senza immagini e con una grande scritta in alto al centro “PROGRAMMA”!... e tutti gli anni era quasi simile (cambiava solo il nome del predicatore che avrebbe tenuto l’omelia della messa del lunedì, ed i nomi del cantante o del complesso che si sarebbero  esibiti la domenica ed il martedì): improvvisatori dialettali il sabato, messa grande la domenica e spettacolo musicale la sera, messa grande il lunedì con panegirico del Santo, la processione al pomeriggio, i balli sardi dei gruppi che avevano sfilato dopo la processione, i fuochi d’artificio; il martedì la messa nelle catacombe e un altro spettacolo musicale di tono minore alla sera, tante bancarelle, grandi pranzi in famiglia con ottimi dolci… e finiva la festa!
Ma era la NOSTRA festa, la festa del nostro Patrono (che fosse o non fosse anche patrono della Sardegna ci interessava affatto..), la festa del nostro paese, delle famiglie, della comunità che si sentiva, in quei giorni, tale.
La festa del paese nel suo significato più antico (simile alle tantissime feste di primavera che si celebrano in tutta Italia in questo periodo, dove sacro e profano si uniscono per rinsaldare il senso di appartenenza e di identità, accomunando la devozione al proprio santo patrono e protettore a momenti ludici e di condivisione)
La festa come due facce  della stessa medaglia, per interrompere lo scorrere del tempo e la quotidianità degli affanni di tutti i giorni dell’anno con momenti di festa e di celebrazione, di gioco e di rito collettivo.
Questa è ancora, per me e credo per tanti, la festa.
Questa vorrei che fosse ancora anche per le nuove generazioni: materializzare tutto, pensare di sfruttare questa occasione per fare promozione turistica, far muovere in qualche modo una stagnante economia cittadina, inseguire ad ogni costo la modernità (tutte cose che potrebbero in ogni caso essere fatte  benissimo in qualunque altro periodo dell’anno) mi sembra un po’ snaturare il significato originario ed antico della festa o farlo diventare via via più opaco, fissando pratiche e abitudini che rischiano di diventare  talvolta povere di senso, modificando profondamente il modo di festeggiare, i riti, i gesti e le tradizioni.
Non voglio dire che dobbiamo rinchiuderci in noi stessi come comunità e disdegnare gli ospiti: al contrario, la festa è anche occasione per farci conoscere in uno dei nostri momenti migliori, accogliere, condividere... esattamente il contrario del vecchio proverbio "pagu genti, mellu festa" (poca gente, festa migliore) che mi sembra più un detto consolatorio ed assolutorio (tipo la volpe e l'uva) di chi non riesce a piacere e ad interessare nessuno.
Con questi sentimenti auguro BUONA FESTA a tutti i santantioghesi;  che siano giornate in cui lasciamo per un poco da una parte le differenze, le questioni che ci assillano tutto l’anno, le antipatie e i discrimini; una serena e giocosa pausa per preparare, com’era tradizione, una nuova partenza,  per costruire, da qui alla festa del prossimo anno, un paese migliore, cittadini migliori, un futuro migliore.
E lo faccio in modo giocoso, regalando un gustoso reperto di un altro ANTIOCO, sicuramente meno “taumaturgico” del nostro grande Patrono!

Nessun commento:

Posta un commento