Sant’Antioco, Aprile 1988
Pinuccio Sciola qualche anno prima aveva realizzato a Sant’Antioco, proprio nella facciata laterale dell’ex lavatoio, recentemente “recuperata” a questa forma artistica, un bellissimo murales poi improvvidamente fatto scomparire alla fine degli anni ’90. Aveva, in precedenza, realizzato un murales nella facciata del nuovo municipio di Tratalias (le pietre - la Sardegna - intrappolate dal filo spinato… ), anche questo sconsideratamente scomparso…, e allestito con sue sculture alcuni giardini pubblici nel Sulcis (Giba, Teulada..). L’anno precedente aveva allestito una mostra delle sue sculture a Santa Teresa di Gallura, una mostra “diffusa” su tutto il territorio comunale, di grande effetto.
Profittando degli ottimi rapporti personali con l’assessore della cultura e pubblica istruzione dell’epoca (Lello Asunis) fu invitato a Sant’Antioco per cercare di riproporre la stessa mostra di Santa Teresa nella nostra isola.
Si presentò nell’ufficio del Sindaco, in un giorno di primavera, di primo mattino; era scalzo, vestito con la sua solita apparente trasandatezza, e stette ad ascoltare, con grande cordialità e attenzione, le richieste che gli venivano fatte. Quando spettò a lui parlare, rimase per un attimo senza parole: si capiva che trovava difficoltà a rispondere, temendo forse di apparire arrogante, spocchioso, poco educato; alzandosi quasi di scatto, uscì dall'ufficio, dicendo solo “ritorno subito”. Dopo qualche minuto rientrò: aveva preso dalla sua macchina alcuni libri che depose, senza dir nulla, sulla scrivania del Sindaco; si trattava dei cataloghi, ricchi volumi, ricercati dal punto di vista tipografico ed editoriale, delle sue ultime mostre (quelle allestite alla Rotonda di Besana e Piazza degli Affari a Milano del 1984, alla Quadriennale di Roma del 1985, in una grande mostra itinerante nelle più importanti città della Germania fra il 1986 ed il 1987, e per ultima quella di Santa Teresa).
Attese che fossero consultate (direi, ammirate) dai presenti ed infine disse: “Mio malgrado, forse, ora io sono questo….sono a questi livelli…e fare una mia mostra, a questi livelli, necessita di una programmazione di alcuni anni, di un costo notevole, di un allestimento che richiede tempo e spesa che io non voglio che voi dobbiate sopportare. Non posso impegnarmi ad allestire una mia mostra con poca spesa e con due mesi di tempo….”. Fu difficile dargli torto: eravamo decisamente in un’altra dimensione!
Fu però estremamente gentile e si rese disponibile ad esaminare qualcosa di alternativo, ma ogni ipotesi risultò poco compatibile rispetto a suoi precedenti impegni assunti e non fu possibile fare nulla.
Quell'estate l’Amministrazione Comunale organizzò a Sant'Antioco una mostra dei disegni di Franco Putzolu, il quale, arrivato in paese per portare le sue opere e per allestire la mostra, portò anche – a sorpresa – una scatola che gli aveva consegnato Pinuccio Sciola: conteneva una decina di statuine in terracotta da lui realizzate e consegnate a Putzolu perché fossero esposte nella mostra insieme ai suoi quadri e disegni; terrecotte mai prima di allora esposte al pubblico, che Pinuccio Sciola creava quasi solo per suo personale diletto, riproducendo personaggi “importanti” del suo paese (Is Prinzipales), ma anche e soprattutto persone comuni, agricoltori, pastori, diseredati: un omaggio da parte dell’artista alla sua gente, alle persone che lo avevano visto crescere, consigliato, aiutato e che erano state ispirazione artistica per le sue opere d’arte. Solo dopo molti anni, completata la realizzazione con altri pezzi, le terrecotte furono raccolte in un catalogo fotografico ed in una mostra con il titolo “Genti de bidda mia” (Gente del mio paese), che Pinuccio continuò a realizzare e custodire gelosamente a casa sua.
Riporta un bell'articolo che racconta di una visita a casa del Maestro e pubblicato su questa pagina in rete: http://www.sardiniafashion.com/events/pinucciosciola/index.asp
"La sala da pranzo è circondata da tante piccole opere. Scopriamo all'interno di una cassa delle bellissime terrecotte. Lo Sciola dei murales e delle sculture parlanti è anche maestro nella lavorazione delle argille. Sono figure simbolo di una Sardegna contadina: uomini temperati dal tempo, con la faccia masticata dal sole, che dialogano tra loro.”
Aver concesso a Sant'Antioco il privilegio di esporle, in anteprima assoluta, fu un piccolo, prezioso e graditissimo omaggio al nostro paese, non richiesto e forse anche immeritato.
Il regalo di un artista grandissimo, ma soprattutto da un uomo di una semplicità disarmante, lontanissima dall’ego ipertrofico che ti aspetteresti da un personaggio di grandissima fama e successo, ed invece umile, disponibile, grande come persona almeno quanto grande è la sua arte.
Grazie ancora, anche oggi per allora, Maestro!